Come ampiamente noto, il neo Presidente Usa Donald Trump, in occasione del cosiddetto “giorno della liberazione” del 2 aprile 2025, aveva imposto una bordata di nuovi dazi, tra cui un’imposta del 10% a quasi tutte le importazioni statunitensi a partire dal 5 aprile e introdotto “tariffe reciproche” – fissate, per l’Unione europea, in misura del 20% – applicabili in modo orizzontale a tutti i prodotti importati negli Stati Uniti, senza alcuna esenzione, da circa 60 partner commerciali.
Non intendo ovviamente riproporre la cronistoria delle contromisure adottate dai vari partner commerciali degli Usa alle quali ha peraltro fatto seguito un dietrofront parziale e temporaneo, quanto meno per quanto concerne l’Ue, dell’Amministrazione statunitense in attesa di negoziati commerciali bilaterali che dovrebbero, auspicabilmente, consentire di individuare una mediazione in grado di riportare un’auspicata stabilità sui mercati.
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