Il ritiro e, talvolta, il richiamo di materie prime e di molti prodotti di prima trasformazione (sfarinati, gomme, oli ecc.) e specialmente di seconda trasformazione (spezie, girasole, sesamo, guar, cipolla, caffè, tè, carruba, spirulina, psillio, bambù, frutta secca, prodotti ortofrutticoli, prodotti a base di semi vegetali, verdura disidratata ecc.) in ragione dell’ossido di etilene (Eto) continua da circa un anno.
Il tema è stato al centro, il 9 ottobre 2020, di una ormai “famosa” riunione del comitato di crisi per gli alimenti e i mangimi della Commissione, per quello che all’epoca risultava essere il problema, vale a dire la contaminazione di semi di sesamo in arrivo dall’India.
OSSERVAZIONI GIURIDICHE IN MERITO ALLA CRISI IN ATTO DA MESI SUL TEMA
In quel frangente venne deciso il richiamo di ogni seme di sesamo nei quali si eccedesse il limite di 0,05 mg/kg di Eto, soglia che corrisponde a quello di quantificazione analitica (Mrl). E sempre allora si auspicò che si arrivasse a un metodo di analisi ufficiale con il piano di lavoro per il 2021. Una questione aperta L’ossido di etilene, già ammesso anche in Europa, da ultimo classificato, come biocida, venne bandito definitivamente nel 2011, ma fino a quel momento tale sostanza fu massicciamente impiegata e forse il suo abbandono imposto della legge risultò talmente rapido che talune confezioni, da non utilizzare, ma da smaltire, potrebbero essere ancora presenti in qualche magazzino.
continua…
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