Da Gennaio 2023, Paolo Mascarino è il nuovo presidente di Federalimentare. Molini d’Italia ha realizzato un’intervista esclusiva nella quale la nuova Guida della Federazione presenta il suo programma per rendere più autorevole, più unita, più competente e più efficace quest’ultima
Presidente, quali sono le linee programmatiche della sua presidenza?
“I quattro anni che ci aspettano saranno impegnativi. L’incertezza del quadro politico-economico internazionale e l’intreccio di gravi crisi come il costo dell’energia, l’alta inflazione, il rischio della recessione, la mancanza di alcune materie prime fondamentali per la nostra industria, impongono alla Federazione la necessità di sapersi muovere con forza e flessibilità di fronte a scenari in continua evoluzione. Per questo, d’intesa con le Associazioni, ritengo fondamentale che Federalimentare sia unita, autorevole, competente ed efficace”.
In che modo prevede di intervenire su questi punti?
“Se vogliamo che Federalimentare sia seriamente in grado di incidere sugli eventi per tutelare gli interessi dell’industria, deve poter contare sul gioco di squadra, sul fatto che tutte le sue diverse anime remino nella stessa direzione. E per avere una reale capacità di influenzare gli avvenimenti, Federalimentare dev’essere anche autorevole. Dovremo conquistare uno spazio significativo nel mondo della comunicazione e dell’opinione pubblica, grazie alla forza delle nostre argomentazioni e al racconto del grande valore dell’industria alimentare del nostro Paese. La competenza è un altro asset cruciale. La nostra esperienza d’impresa può fornire un supporto tecnico inestimabile alle Istituzioni, così come argomentazioni utili a prevenire misure avverse ai nostri interessi. Infine, Federalimentare dev’essere efficace, deve ottenere risultati. Per questo durante questo mandato svolgerò il mio lavoro con sostanziale pragmatismo”.
Il nuovo regolamento sugli imballaggi ha suscitato diverse critiche. Qual è la posizione di Federalimentare?
“La Federazione sposa pienamente la posizione del Governo italiano, che fin dal primo momento ha criticato la filosofia e l’approccio scelto dalla Commissione europea. Questa proposta desta una forte preoccupazione per vari motivi. In primo luogo, non considera le specificità economiche e industriali dei 27 Paesi membri. La combinazione delle diverse misure contenute nella proposta di regolamento, in una fase congiunturale particolarmente difficile per il settore alimentare, rischia di essere devastante per le nostre imprese in termini di maggiori costi per i necessari investimenti e per la reperibilità di materiali riciclati, che offrano il massimo livello di tutela per la salute dei consumatori contro ogni possibile rischio di contaminazione. Tutto ciò va sommato al repentino cambio di rotta verso il riuso, che ignora gli sforzi e gli investimenti fatti dal settore alimentare e dal CONAI negli ultimi anni per favorire la sostenibilità attraverso il riciclo”.
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Giornalista esperta del settore agroalimentare
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