Tra i batteri che causano infezioni alimentari, i ceppi patogeni di Escherichia coli non sono tra i numericamente più diffusi, ma fra quelli che possono provocare i danni maggiori alla nostra salute. Bastano quantità relativamente basse di questi batteri in un alimento (anche solo 100 batteri per grammo) per provocare nelle persone forti attacchi di colite emorragica, con abbondante sangue nelle feci. Una parte di queste infezioni, inoltre, aggredisce i reni causando problemi di insufficienza renale che possono portare, dopo la guarigione, alla dialisi dei pazienti. Nei casi più gravi si può arrivare al decesso.
LE ATTUALI CONOSCENZE SU ALCUNI CEPPI DEL BATTERIO
Tutti possono essere colpiti da un’infezione da E. coli patogeni, ma le persone più a rischio sono quelle che hanno difese immunitarie più deboli, ossia i bambini con meno di due anni di età, gli anziani, le donne in gravidanza e tutti coloro che soffrono di malattie croniche (diabete, patologie del fegato o del cuore), che per questo hanno difese immunitarie meno efficienti. Negli ultimi tre anni le autorità sanitarie americane ed europee hanno segnalato alcuni focolai di infezioni alimentari sicuramente indotti nell’uomo dal consumo di sfarinati, paste lievitate o prodotti da forno consumati crudi o cotti solo in modo parziale, quindi non sufficiente per inattivare i batteri che contaminavano la farina. Vista la gravità di questo potenziale pericolo per i consumatori, cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta.
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Prof. ordinario di “Ispezione e Controllo degli Alimenti di Origine animale” - Università di Padova
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