Diminuzione a doppia cifra (superiore ai dieci punti percentuali, secondo una prudenziale stima di media) per la produzione di grano del Canada, il principale Paese fornitore per l’Italia che completa con le produzioni d’Oltreoceano il proprio fabbisogno interno. Dai 34 milioni di tonnellate della produzione canadese 2022/23 si è passati, secondo l’Usda, a 31 milioni di tonnellate. Per altri player la perdita di raccolto si attesta sotto i 30 milioni di tonnellate. Questa situazione traballante unita a un trend di riduzione delle scorte nei principali Paesi del blocco occidentale, sta creando effetti anomali sull’andamento di questa campagna. Il prodotto manca ma i prezzi rimangono bassi grazie all’ingresso sul mercato di nuovi e insospettati esportatori, come la Turchia, prima irrilevante nel commercio mondiale e importatore netto, che, nel corso di questa campagna, sta assumendo un ruolo cruciale di esportatore inviando grandi quantità di grano, fra gli altri, in Italia, in Canada e in Nord Africa.
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Giornalista esperta del settore agroalimentare
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