La produzione molitoria del Paese ha chiuso il 2023 con un calo del -2,4% sull’anno precedente, a fronte del -1,6% registrato in parallelo dall’industria alimentare nel suo complesso. Il calo vistoso e senza precedenti delle vendite alimentari sul mercato interno emerso nell’ultimo biennio, con un taglio cumulato di oltre otto punti in quantità, ha messo inevitabilmente in crisi la spinta produttiva. E questo, anche perché il sostegno dei mercati esteri si è ridotto, riducendo la sua tradizionale forza compensatrice. Va detto in proposito che alcuni osservatori hanno definito il 2023 addirittura come un “annus horribilis” per il commercio internazionale, stante il calo in volume che esso ha accusato, con un -2,2% stimato su base annua. Un segno negativo così marcato si era registrato, da inizio secolo, solo nel 2009, con la crisi innescata dai mutui subprime, e poi nel 2020, con la pandemia. Hanno faticato quindi le vendite all’estero del Made in Italy, affiancando in questo il trend della Germania, primo esportatore della Comunità, gigante europeo in recessione strisciante. Autorevoli previsioni pongono comunque alle spalle il punto di svolta, per cui la domanda estera complessiva per l’Italiadovrebbe ritornare a salire nel 2024, con un +2,3% sull’anno precedente, dopo il simbolico +0,1% in valore e il -3,1% in quantità registrati l’anno scorso.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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