La riduzione del contenuto nelle confezioni dei prodotti alimentari attraverso il riporzionamento, la sgrammatura, piuttosto che la modifica delle sue caratteristiche compositive o degli imballaggi, la sostituzione di uno o più ingredienti, sono alcune delle misure più adottate dal mondo della produzione e della distribuzione per far fronte all’aumento, con una dinamica particolarmente elevata, dei costi dell’energia, di molte materie prime, dei semilavorati e degli imballaggi.
ALCUNI ASPETTI GIURIDICI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE
Le strategie sopra indicate rientrano nell’ambito economico e commerciale, mirano a preservare l’equilibrio finanziario degli operatori e permettono di offrire al consumatore scelte di acquisto in qualche modo soddisfacenti perché, ad esempio, il numero dei pezzi acquistati rimane stabile e le caratteristiche del prodotto sono simili e tali da soddisfare anche la funzione associata a quell’alimento (ad esempio il possibile utilizzo in ricette casalinghe), il tutto con un certo mantenimento del prezzo di vendita per unità sullo scaffale. Tale fenomeno è definito anche con il termine anglosassone “shrinkflation”.
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Avvocato esperto in diritto dell’alimentazione
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