Con circa 1,3 milioni di ettari e una produzione che si aggira attorno a 4 milioni di tonnellate, il grano duro è la principale coltura italiana per estensione. Il fabbisogno nazionale si attesta in media sui 6,5 milioni di tonnellate destinate per la maggior parte all’industria della pasta (che a sua volta esporta il 60% della produzione), per cui occorre importare circa 2,5 milioni di tonnellate. Al tempo stesso, tale passivo è molto cresciuto nel 2023, in virtù di una campagna che in Italia si sta rivelando molto negativa sotto il profilo della qualità, complici gli effetti del maltempo e, in particolare, delle piogge alla vigilia della raccolta, che hanno compromesso le rese. Senza contare l’improvvisa impennata delle importazioni dalla Russia, dalla Turchia e dal Kazakhstan. “Molini d’Italia” ha chiesto a Vincenzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro di Italmopa, di illustrare un quadro della situazione.
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