Il 13 e il 14 settembre 2024 si è tenuta, presso la sede storica di Ocrim, in via Angelo Massarotti 76 a Cremona, l’undicesima edizione di “Grano, farina e…”, evento annuale denso di momenti formativi, conviviali e culturali.
A dare il via alle due giornate, nella sala conferenze recentemente ristrutturata, è stato il presidente di Ocrim, Sergio Antolini, con un discorso di apertura nel quale sono state anzitutto ricordate le radici profonde che l’azienda ha con Cremona, città di violini, di liutai e di quelle macine per i cereali che “quasi per magia” trasformano il frumento in farina.
Il presidente ha poi voluto riflettere sul valore di Ocrim andando oltre il suo nome, ricordandone piuttosto il valore evocativo. E lo ha fatto citando le parole di Giulietta Capuleti – attraverso la penna di William Shakespeare -: “una rosa, anche con un altro nome, avrebbe lo stesso dolce profumo”. Non importa, allora, se il nome o il logo di Ocrim siano presenti, giacché ovunque nel mondo la sua passione e la sua intelligenza, visibili in ciò che produce e fornisce, la rendono immediatamente riconoscibile.
Al tempo stesso, il presidente Antolini ha voluto ribadire che “c’è molto in un nome. Al solo menzionarla, Ocrim si materializza. Appena la nominiamo ‘ne annusiamo’ la qualità e ci sentiamo al sicuro. Una serie di macchine e accessori, esclusivi, unici, sviluppati dai nostri esperti, dal 1945”.
Proseguendo il suo discorso, il presidente ha voluto toccare due argomenti estremamente attuali e alquanto dibattuti: sostenibilità agricola e intelligenza artificiale. Sul primo, a fronte dell’aumento di popolazione in Africa e in Asia, l’agricoltura e la sfida di garantire terre coltivabili rappresentano temi prioritari, finalizzati a garantire una maggiore sicurezza alimentare a livello globale e lo sviluppo di un’economia locale.
Nello specifico, l’Africa dovrà diventare la grande madre che sfamerà il mondo, sicché formazione professionale e produzione agricola rappresentano un grande progetto per Ocrim. In merito all’intelligenza artificiale, Antolini ha voluto ricordare come questa rappresenti sì uno strumento incredibile, ribadendo tuttavia che è quella umana a rendere la vita emozionante e piena di significato. Il monito è del resto chiaro: l’uomo non può e non deve essere sopraffatto dai tecnicismi.
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PhD, Coordinatore editoriale di Avenue media
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