Se da un lato continua ad esserci quell’incertezza legata ad alcune contingenze, prima tra tutte il ribasso dei noli marittimi che comporta dubbi sull’importazione da oltreoceano, dall’altro lato arrivano notizie incoraggianti per quanto riguarda lo stato del grano duro in Italia. Da un paio di settimane circa infatti, i prezzi sono tornati ad essere stabili. Sembra essersi attenuata quella crisi che aveva portato i costi alle stelle, come dimostrano alcuni dati. Le principali borse merci italiane fanno registrare prezzi stabili (è il caso di Foggia, Roma, Napoli e Bologna), o addirittura in recupero (Bari e Altamura) per ciò che riguarda il frumento. In controtendenza c’è solo Milano, che continua a perdere 5 euro alla tonnellata.
Lo scenario dunque si cristallizza, in attesa di conoscere le evoluzioni legate agli equilibri esteri. La domanda non trova difficoltà a coprire i fabbisogni per le classi superiori e i grani di forza, che sono più offerti rispetto ai panificabili (o misti). La carenza idrica al Nord preoccupa, ma un lieve miglioramento è atteso a breve e questo basta per traslare ogni decisione di prezzo e copertura. Il grano “tipo Bologna” vale sempre un 385-390 €/t reso con i panificabili superiori a 330 €/t e i misti più tenuti ma stabili sui 315-320 €/t; Comunitari “base” più deboli, come i grani di forza e gli “spring” nordamericani.
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