I cereali sono una coltivazione ampiamente diffusa in Italia con un forte impatto sia sul valore complessivo della produzione agricola nazionale, sia sulla connotazione dei paesaggi agrari. Purtroppo, negli ultimi vent’anni i dati evidenziano un lento ma costante trend decrescente degli investimenti di semina, che ha progressivamente modificato il panorama cerealicolo italiano, che però rimane storicamente contraddistinto dalla produzione di frumento duro sia in termini di ettari coltivati che di quantità prodotte.
LA PERFORMANCE CEREALICOLA NAZIONALE 2019: DATI E DINAMICHE DI SVILUPPO
Nel 2019, secondo i dati Istat, la produzione italiana di cereali ha subito una lievissima contrazione rispetto al 2018: una riduzione di prodotto pari solo a 179 mila tonnellate di granella, a fronte di un calo delle superfici seminate di circa 25 mila ettari. Come già si osserva da qualche anno, l’andamento nazionale della produzione cerealicola sembra non seguire il trend mondiale; infatti, le statistiche Fao hanno stimato, anche nel 2019, una crescita della produzione mondiale pari a circa il 2,3%, sostenuta soprattutto dall’incremento dei raccolti di frumento (+4%) e di mais (+2,6%). Analogamente, si registra un aumento anche della produzione cerealicola europea che, secondo i dati Coceral, è stata superiore dell’11% rispetto al 2018. La performance cerealicola nazionale è la risultante di esiti produttivi differenziati per coltura, che vedono, da un lato, i frumenti, l’avena e altri cereali minori e, dall’altro, il mais, il riso e il sorgo. I primi evidenziano una contrazione di superfici e raccolti rispetto all’annata precedente, i secondi un incremento.
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Ricercatrice Crea Politiche e Bioeconomia
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