Nella “Fattoria degli animali” (1945) George Orwell affermava: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”, individuando questi ultimi negli incolpevoli maiali. Per fare sì che di fronte alla vita tutti gli animali possano essere uguali servono però delle regole.
UN INSIEME DI NORME CHE GUIDANO L’INTERO PERCORSO DI SCAMBIO DEI CEREALI
Le regole, poi, in molti casi semplificano la vita, individuano percorsi ed evitano che ogni volta occorra trovare un punto di mediazione per comporre una controversia. Il difetto delle regole può risiedere nella loro complessità o nel fatto che vengano imposte “dall’alto”, senza alcuna possibilità di sentirle aderenti alla propria realtà privata o professionale.
Il mercato dei cereali rappresenta un caso anomalo nel comparto della commercializzazione delle materie prime agricole. Da sempre, o almeno dalle prima negoziazioni mercantili organizzate, gli operatori hanno sentito l’esigenza di creare un corpo di norme – private, appunto – in grado di guidare gli scambi di merci per loro natura facili alla conservazione e al trasporto su lunga distanza. Altrimenti difficilmente il commercio dei cereali si sarebbe potuto evolvere in uno scambio mondiale superato solo dalle commodities energetiche e dal denaro (e altri beni mobili). I contratti tipo, sia esteri sia, successivamente, nazionali, nascono per questo e per volontà degli operatori. Il vantaggio applicativo consiste nella possibilità di poter pattuire, con un semplice richiamo, un insieme di regole condivise che guidano l’intero percorso dello scambio.
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