Il 2024 si è aperto per il mondo alimentare con dati non univoci. Cominciamo da quelli peggiori, che vengono ancora una volta dalle vendite sul mercato interno. I dati di aprile diffusi dall’Istat sono decisamente pesanti. Ricordiamo che nel 1° trimestre dell’anno, grazie alla forte spinta di marzo (+3,6%), le vendite alimentari in quantità avevano visto riaffacciarsi un +0,4% sullo stesso periodo 2023, rientrando quindi in territorio positivo, dopo due anni ininterrotti in rosso. Ma il fenomeno è durato lo spazio di un mattino, tradendo la speranza di un recupero stabile.
Le vendite alimentari
Le vendite alimentari di aprile infatti sono addirittura precipitate, segnando tendenziali del -4,9% in valore e del -7,3% in quantità. A livello dei singoli mesi, sono i dati peggiori da inizio 2023. Il 1° quadrimestre dell’anno porta a casa così un bilancio tendenziale delle vendite alimentari pari al +1,8% in valore e al -1,5% in quantità, in netto peggioramento rispetto a quelli di inizio anno. Anche gli ultimi dati, insomma, hanno lasciato in piedi le cause di una crisi di mercato che ha visto la perdita (senza precedenti) di ben 8,1 punti delle vendite alimentari in quantità nel biennio 2022/23. Ci riferiamo alle tensioni di prezzo. La forbice di aprile tra i due delta in valore e quantità delle vendite tocca infatti 3,3 punti che, a fronte di un’inflazione parallela del +0,8%, confermano in gran parte la radice del recidivato fenomeno involutivo. Oltretutto questo differenziale, invece di ridursi, aumenta di un decimale rispetto ai 3,2 punti emersi nello stesso confronto di marzo.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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