Se si guarda dentro i nostri confini, una crescita simbolica del Pil nazionale attorno al +0,7%, come quella prevista a consuntivo 2023 e nel 2024, non è certo adatta a lubrificare il mercato interno. E, se si guarda fuori, emerge che la spinta espansiva dei mercati è stata frenata dalle incertezze che aleggiano nel contesto internazionale e dal rallentamento di economie importanti. Così, la produzione 2023 dell’industria alimentare espressa in termini quantitativi è inevitabilmente arretrata, segnando un -2,1% tendenziale nei primi dieci mesi dell’anno, dopo il +1,2% del 2022. Mentre, a fianco, l’export del settore ha messo a segno su gennaio-settembre un +7,1% in valuta, corrispondente a un -3,2% in quantità. Il passo 2022 delle esportazioni di settore – si ricorda – era stato ben diverso, pari al +18,5% in valore e al +3,2% in quantità.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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