La produzione nazionale di frumento duro nel 2023 presenta significative criticità dal punto di vista qualitativo. Non usa mezzi termini Italmopa per definire le specifiche tecnologiche e merceologiche del nuovo raccolto, sottolineando che gli eventi climatici hanno giocato un ruolo determinante in tal senso.
“L’andamento climatico costatato nel corso degli ultimi due mesi ha gradualmente e profondamente mutato il quadro di una prospettiva che invece risultava, sino alla fine di aprile, particolarmente favorevole per quanto concerne l’esito quantitativo e qualitativo del raccolto” evidenzia Enzo Martinelli, Presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa “I volumi produttivi, che stimiamo in circa 4,15 milioni di tonnellate, appaiono certamente ridimensionati rispetto alle iniziali aspettative. Ma sono i risultati qualitativi del raccolto a destare grandi preoccupazioni visto che tutti i principali parametri, dal tenore proteico al peso ettolitrico, devono purtroppo essere considerati chiaramente insoddisfacenti. Una situazione che non potrà non influire sulle strategie di approvvigionamento dell’Industria molitoria italiana, con necessità di un maggior ricorso ad onerose importazioni da parte della medesima che, da sempre, trasforma le migliori varietà di frumento, a prescindere dalla loro origine, per produrre semole rispondenti alle esigenze dei pastai italiani e dei consumatori”.
“La situazione determinatasi – conclude Martinelli – avvalora in ogni modo, e ulteriormente, il concetto secondo il quale la qualità della materia prima non può essere semplicemente ricondotta soltanto alla sua origine ma piuttosto alle condizioni agronomiche e climatiche, oltre alla necessaria professionalità dell’imprenditore agricolo, costatate negli areali di produzione”.
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